Eurasia: le ragioni del conflitto

«Riprendiamo il concetto (di guerra, Ndr) come continuazione della politica con altri mezzi e integriamolo con il suo corollario, la guerra non è semplicemente un atto politico, ma un vero strumento politico.»[1]

La Guerra d’Ucraina ha bruscamente risvegliato l’Occidente dal lungo sonno chiamato Globalizzazione, vale a dire dall’illusione che con la caduta del Muro di Berlino, novembre 1989, e la dissoluzione dell’Urss, due anni dopo, in qualche modo la Storia fosse finita e il Pianeta avviato serenamente verso la pacifica convivenza all’insegna del Pensiero unico liberal-democratico Una lettura, per altro, da tempo in crisi. I numeri, del resto, hanno o dovrebbero avere un intrinseco significato: basterebbe contare quanti conflitti armati ci …Leggi tutto

Una strategia per l’Italia

Diciamo la verità, il triennio 2019-2022 sarà probabilmente ricordato come un periodo davvero complicato: fenomeni metereologici estremi, pandemia, recessione globale, infine guerra mondiale. La Quarta secondo il mio personale computo, che assegna la terza posizione a quella chiamata Fredda, conclusasi nel 1991 con la sconfitta e dissoluzione dell’Unione Sovietica e del suo progetto politico. Forse adesso avremo pure una carestia generale, innescata dalle distruzioni fisiche e finanziarie provocate dal conflitto in Ucraina e Russia. Si verificasse, verrebbe a farci visita anche l’ultimo dei Cavalieri dell’Apocalisse e a quel punto potremmo aspettarci la venuta dell’Anticristo per chiudere il cerchio. Catastrofico? Forse. Realista? Senz’altro. È bene qualcuno lo sia dalle nostre parti, …Leggi tutto

Ucraina, il destino del Mondo

 

 

Oggi, 2 aprile 2022, vediamo ancora scorrere sui nostri schermi domestici le immagini della guerra in Ucraina. Sono passate più di cinque settimane da quando, il 24 febbraio scorso, il presidente russo Putin ha lanciato l’«operazione militare speciale» finalizzata a «denazificare» Kiev. Tradotto: a sostituirne il troppo indipendente e filo-occidentale governo, che vede al vertice dello stato l’ex-comico Volodymyr Zelen’skj, con un altro, dichiaratamente filo-russo, probabilmente con presidente l’affidabile, per Mosca s’intende, Viktor Yanukovich, già presidente eletto dell’Ucraina tra il 2010 e il 2014 quando l’ormai celebre rivolta popolare nota come Jevromajdan lo costrinse a lasciare l’incarico. Cinque settimane e non cinque giorni, limite che la maggioranza degli osservatori attribuiva …Leggi tutto

Perché Putin e Xi jinping hanno già perso

 

La guerra in Ucraina non è affatto conclusa. Nessuno azzarda ipotesi sulla possibile durata e le finestre proposte inquadrano un arco temporale compreso tra i venti giorni e i venti anni. Eppure, sin d’ora, si può affermare che, qualunque sarà l’esito sul campo, dal punto di vista geopolitico e geostrategico, Russia e Cina l’abbiano già persa. Cosa c’entra mai la Cina, chiederà qualcuno. La risposta è perfino banale: Xi Jinping conosceva da tempo le intenzioni di Putin. Non solo. Le ha supportate sia non spendendosi per fermarlo, sia fornendo ampio sostegno finanziario e appoggio politico prima e adesso, a invasione in corso. La ragione immediata è palese: dopo l’Ucraina verrà …Leggi tutto

Venezia 2025 idee per un programma 1

 

Sono ottimista, di natura e per convinzione, quindi portato sempre ad affrontare in termini positivi le difficoltà e a cercare di progettare il domani. Questo nella persuasione che sarà migliore del presente. Così, anche se siamo in piena Pandemia e passeggiare in una Piazza San Marco vuota mi provoca brutte sensazioni, d’istinto reagisco e comincio a pensare alle future elezioni amministrative. Quando, cioè, gli attuali presidente della Regione, Luca Zaia, e sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non potranno a norma di legge riproporre la propria candidatura. Una doppia assenza che apre stimolanti prospettive per chi pensi che entrambe, Regione e Città, avrebbero un vantaggio a imboccare strade nuove. Inizio, quindi, …Leggi tutto

Zaiastan, il ritorno?

 

Ho letto con attenzione le osservazioni di Dino Bertocco al mio ultimo articolo. Mi hanno fatto riflettere e vorrei che anche il mio cortese interlocutore spendesse qualche minuto su un dato di fatto: come è stato possibile che il Presidente della Regione Veneto sia stato rieletto nel 2020, raccogliendo la percentuale personale del 76,79%, pari a 1.883.959 voti espressi?  Non solo. Come diavolo avrà fatto a imbastire una lista propria, che ha superato il 44,37% in percentuale pari a 916.087 voti, circa il triplo di quelli raccolti dalla seconda arrivata, cioè quella Lega alla quale lo stesso Zaia appartiene? Il tutto senza nemmeno fare campagna elettorale, perché dopo aver travolto …Leggi tutto

Zaiastan: la fine?

 

La notizia finora è passata inosservata, eppure in potenza apre le porte a un’autentica rivoluzione: alle prossime elezioni regionali Luca Zaia non potrà ripresentarsi candidato-presidente. Non solo. Nell’identica situazione si troverà la maggioranza dei suoi assessori, tra i quali tutti quelli di maggior peso. Alla scadenza di questa legislatura, per altro appena cominciata, il Veneto si troverà dunque orfano di chi l’ha governato negli ultimi dieci anni. Cosa accadrà?

Se per Luca Zaia gli osservatori pronosticano un ruolo politico nazionale, e sarebbe ora dico io che il Veneto potesse contare a tale livello su una personalità proporzionata al suo peso economico-culturale, è chiaro quanto una simile prospettiva spalanchi un vuoto in …Leggi tutto

Dal dire al fare tre, quale porto?

Nell’ultima puntata, Dal dire al fare due, si è chiarito che Venezia “è” in quanto città-marittima capace d’intercettare le rotte commerciali a lunga distanza (Sloc), perché loro naturale terminale (Hub) all’incrocio intermodale con le vie fluviali e stradali (Corridoi) che penetrano nel cuore d’Europa (Adriatico-Baltico) o la collegano trasversalmente (Iberia-Ucraina). È sempre stato così nei secoli a partire almeno dal X prima dell’Era Comune (a.C.) per una banale questione geografica che si tende a dimenticare: l’arco alto-adriatico è il punto di costa più vicino al centro dell’Europa e si trova all’incrocio dei due citati assi, fluviali e stradali. Qui, da sempre, arrivano le rotte che saldano l’Asia con l’Europa e …Leggi tutto

Afghanistàn: sconfitta?

 

La caduta di Kabul e la fuga di americani e alleati dall’Afghanistàn hanno sollevato prima stupore e quindi un aspro dibattito. L’innesco è stato fornito dalla rapidità del crollo dell’impalcatura statuale e militare alzata dall’Occidente in quel paese, dove vent’anni di lavoro e presenza di soldati sul terreno sono stati vanificati nel giro di una manciata di settimane. Inevitabile la frustrazione per una sconfitta che a molti ha ricordato l’analoga in Viet-Nam. Anche in alcuni aspetti per così dire formali, quale la disperata fuga aerea di chi sia riuscito a trovare un posto sui velivoli in partenza e la gran massa di armi e materiali abbandonati sul posto. A qualcuno, …Leggi tutto

Dal dire al fare, due

Uno dei problemi più dibattuti a Venezia, ormai da anni, è quello relativo alla “visione della città futura”. Sempre se ne possieda una. Ricerca ormai ansiosa: che serva una “visione” ognun lo dice, dove si trovi nessun lo sa. Non l’ha avuta nemmeno il sindaco-filosofo Massimo Cacciari, dominus incontrastato della vita pubblica lagunare per almeno un ventennio, mica poco a pensarci bene, il quale non è riuscito a incidere sulle dinamiche sociali, economiche e culturali che ci hanno condotto fin qui. Men che meno i successori, fino all’attuale sindaco, Luigi Brugnaro, che si dedica al pari dei predecessori al piccolo cabotaggio amministrativo, cercando di non decidere mai nulla davvero. Stessa …Leggi tutto