Nazioni e nazionalismo XXI secolo

 

Il nazionalismo è stato il demone del XIX e del XX secolo: ideologia potente, emersa dal corpo della Grande Rivoluzione di Francia e incrociatasi presto con il movimento culturale del Romanticismo, ha dimostrato stupefacente capacità di adattamento. Chiunque e ovunque può sentirsi e proclamarsi nazionalista. In particolare perché collegandosi all’idea di popolo ed essendo questa declinabile in infiniti sottoinsiemi ne ha assorbito la duttilità. Cosa sappiamo del nazionalismo?

Il primo punto da chiarire è il concetto di nazione. Esistono opinioni diverse in materia, ma quasi tutte concordano su alcuni punti di partenza. Nazione è una comunità che vive in un determinato luogo e condivide valori e cultura. Precisare quest’ultima, però, è …Leggi tutto

Lezioni ucraine uno

«Dalla rivoluzione vittoriosa scaturisce, infatti, il comando del più forte, ovvero, secondo le intuizioni di Marsilio da Padova, della parte “valentior pro quantitate vel qualitate” (Defensor pacis, I, XII, 6) […] Hobbes ci sottolinea “diritto è ciò che colui o coloro i quali detengono il potere sovrano ordinano ai suoi o ai loro sudditi, proclamando in pubblico e in chiare parole quali cose essi possano e quali non possano fare” (Dialogo fra un filosofo e uno studioso di diritto comune d’Inghilterra) […, dunque] il sovrano è sciolto da ogni vincolo, che non inerisca alla propria forza […] Hans Kelsen, per il quale l’autorità giuridica è tale, quindi legittima, fin tanto …Leggi tutto

La responsabilità dei popoli per le azioni di chi li governa

 

Siamo in guerra. Possiamo fingere non sia così, baloccandoci con l’idea che in assenza di un formale voto del Parlamento permanga lo stato di pace. È noto, siamo attori magnifici, capaci d’interpretare a soggetto, saturi di puri-secolare ipocrisia. Il fatto è che, invece, in guerra ci siamo davvero. L’intero Pianeta lo è, ci piaccia o meno.

 

«Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri. La risposta è che li odio (gli occidentali, ndr). Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire.»

 

Lo ha scritto sul suo canale Telegram l’attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione …Leggi tutto

Eurasia: le ragioni del conflitto

«Riprendiamo il concetto (di guerra, Ndr) come continuazione della politica con altri mezzi e integriamolo con il suo corollario, la guerra non è semplicemente un atto politico, ma un vero strumento politico.»[1]

La Guerra d’Ucraina ha bruscamente risvegliato l’Occidente dal lungo sonno chiamato Globalizzazione, vale a dire dall’illusione che con la caduta del Muro di Berlino, novembre 1989, e la dissoluzione dell’Urss, due anni dopo, in qualche modo la Storia fosse finita e il Pianeta avviato serenamente verso la pacifica convivenza all’insegna del Pensiero unico liberal-democratico Una lettura, per altro, da tempo in crisi. I numeri, del resto, hanno o dovrebbero avere un intrinseco significato: basterebbe contare quanti conflitti armati ci …Leggi tutto

Una strategia per l’Italia

Diciamo la verità, il triennio 2019-2022 sarà probabilmente ricordato come un periodo davvero complicato: fenomeni metereologici estremi, pandemia, recessione globale, infine guerra mondiale. La Quarta secondo il mio personale computo, che assegna la terza posizione a quella chiamata Fredda, conclusasi nel 1991 con la sconfitta e dissoluzione dell’Unione Sovietica e del suo progetto politico. Forse adesso avremo pure una carestia generale, innescata dalle distruzioni fisiche e finanziarie provocate dal conflitto in Ucraina e Russia. Si verificasse, verrebbe a farci visita anche l’ultimo dei Cavalieri dell’Apocalisse e a quel punto potremmo aspettarci la venuta dell’Anticristo per chiudere il cerchio. Catastrofico? Forse. Realista? Senz’altro. È bene qualcuno lo sia dalle nostre parti, …Leggi tutto

Ucraina, il destino del Mondo

 

 

Oggi, 2 aprile 2022, vediamo ancora scorrere sui nostri schermi domestici le immagini della guerra in Ucraina. Sono passate più di cinque settimane da quando, il 24 febbraio scorso, il presidente russo Putin ha lanciato l’«operazione militare speciale» finalizzata a «denazificare» Kiev. Tradotto: a sostituirne il troppo indipendente e filo-occidentale governo, che vede al vertice dello stato l’ex-comico Volodymyr Zelen’skj, con un altro, dichiaratamente filo-russo, probabilmente con presidente l’affidabile, per Mosca s’intende, Viktor Yanukovich, già presidente eletto dell’Ucraina tra il 2010 e il 2014 quando l’ormai celebre rivolta popolare nota come Jevromajdan lo costrinse a lasciare l’incarico. Cinque settimane e non cinque giorni, limite che la maggioranza degli osservatori attribuiva …Leggi tutto

Io sono Occidente 

Berlino 1961 oggi è a Kiev: facile a dirsi, complicato a tradursi in azione. Soprattutto, cosa significa? La retorica è sempre in agguato e il precedente, risolto a favore di chi resisteva in maniera poco sanguinosa, può portare su strade sbagliate. Implicazioni sul campo a parte, però, vale la pena interrogarsi su cosa significhi questa affermazione. Non è, infatti, di poco conto e può aiutarci a riflettere, finalmente, su chi siamo e chi vogliamo diventare.

La prima osservazione riporta a quanto detto e ripetuto dal presidente ucraino Zelensky, il quale ha sostenuto che l’Ucraina, oggi, sta combattendo per sé stessa, l’Europa e l’Occidente in generale. Frase a effetto, non c’è dubbio, …Leggi tutto

Perché Putin e Xi jinping hanno già perso

 

La guerra in Ucraina non è affatto conclusa. Nessuno azzarda ipotesi sulla possibile durata e le finestre proposte inquadrano un arco temporale compreso tra i venti giorni e i venti anni. Eppure, sin d’ora, si può affermare che, qualunque sarà l’esito sul campo, dal punto di vista geopolitico e geostrategico, Russia e Cina l’abbiano già persa. Cosa c’entra mai la Cina, chiederà qualcuno. La risposta è perfino banale: Xi Jinping conosceva da tempo le intenzioni di Putin. Non solo. Le ha supportate sia non spendendosi per fermarlo, sia fornendo ampio sostegno finanziario e appoggio politico prima e adesso, a invasione in corso. La ragione immediata è palese: dopo l’Ucraina verrà …Leggi tutto

Venezia 2025 idee per un programma 1

 

Sono ottimista, di natura e per convinzione, quindi portato sempre ad affrontare in termini positivi le difficoltà e a cercare di progettare il domani. Questo nella persuasione che sarà migliore del presente. Così, anche se siamo in piena Pandemia e passeggiare in una Piazza San Marco vuota mi provoca brutte sensazioni, d’istinto reagisco e comincio a pensare alle future elezioni amministrative. Quando, cioè, gli attuali presidente della Regione, Luca Zaia, e sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non potranno a norma di legge riproporre la propria candidatura. Una doppia assenza che apre stimolanti prospettive per chi pensi che entrambe, Regione e Città, avrebbero un vantaggio a imboccare strade nuove. Inizio, quindi, …Leggi tutto

Ucraina

 

Rus’ da cui russo. Partiamo da qui perché parlando con un amico questo ha osservato di non riuscire a cogliere grandi differenze tra ucraini e russi, i quali, dunque, non si vede poi perché non dovrebbero vivere assieme all’interno di un medesimo stato. Così come è avvenuto per secoli, del resto. Pensiero diffuso e che finisce per saldarsi con la considerazione in base alla quale l’attuale agire russo avrebbe la principale giustificazione di rappresentare, in buona sostanza, una reazione difensiva di fronte alla politica espansiva di Nato, da leggersi USA, e Ue verso la stessa Russia. Potremmo definirla corrente filo-russa italiana, la stessa che almeno dal Settecento in avanti è …Leggi tutto