È opera d’arte qualunque prodotto dell’invenzione umana che instauri un dialogo tra sé stessa e fruitore, in virtù della capacità d’incorporare un significato condiviso, almeno parte di un sentire generale. Si tratta della ragion d’essere autentica del lavoro. L’opera è tanto più di valore quando riesce a far emergere nel fruitore qualcosa di non ancora esplicitato, evidenziando ciò che se ne stava nascosto sotto la superficie dell’apparenza.

Muovendosi sul terreno del linguaggio, dunque, acquista dimensione universale quando infrange la necessità da parte del fruitore della conoscenza tecnica e della sfera personale dell’artista, cioè ha la capacità di parlare a chiunque, prescindendo dal livello culturale. Proprio per questo, però, acquistano rilevanza gli aspetti relativi all’abilità del creatore, il quale deve riuscire a coniugare il massimo di senso con la maggiore semplicità. La quale non è mai povertà, ma prova di superiore maestria.